giovedì 21 aprile 2011

Memories of Spain...




Mi sarò sbilanciato?


La Nuotata

La nuotata è stata sfiancante.
Raggiungere lo scoglio, come sempre, non è stato per nulla semplice.
La corrente contraria l'ha obbligata a dar fondo a tutte le sue energie:
quel tratto di mare è sempre così, apparentemente calmo e tranquillo,
ma solo in superficie, perché sotto il pelo dell'acqua si agitano forze
smisurate e sconosciute.
Per arrivare dalla spiaggia a quella solitaria roccia in mezzo al mare
non ci sono più di settecento metri, ma gli ultimi trecento le costano
ogni volta una fatica terribile, lasciandola svuotata e senza fiato.
Ma vale la pena arrivare allo scoglio, a quel sasso scagliato
nel mare, migliaia d'anni or sono, dai terribili capricci dell'inquieto
vulcano.
Perchè solo nel eros lei riesce a sentirsi veramente felice.
La piatta e larga pietra, quasi si trattasse di un'alcova naturale, è
chiusa su tre lati dalla scura roccia di lava, mentre il quarto lato,
al contrario, si apre verso il mare aperto, declinando dolcemente
verso l'infinito blu dell'immenso orizzonte.
Attenta a non ferirsi i piedi sulle rocce taglienti, lei l'ha raggiunta e
vi si è allungata sopra, per riprendere fiato e per farsi scaldare dai
meravigliosi e bollenti raggi del sole di mezzogiorno.
Le bastano sempre pochi minuti perché il suo corpo dimentichi la
traversata fatta, ed in quella manciata di secondi il caldo l'avvolge e
le asciuga la pelle, lasciandole addosso bianche tracce di sale marino,
quasi fosse una spolverata di impalpabile rena.
Vuole sentire il calore sul suo corpo, la pelle scottare, come così arde
di desiderio la sua anima, prima di farsi possedere dal suo
ineguagliabile e fantastico amante.
Gli occhi fissi sul mare aperto, lei sente crescere la febbre del
sesso ogni istante di più, e quei pochi momenti di attesa sono
estasi allo stato puro.
La pelle finalmente asciutta, un rivolo di sudore che le scende dal
collo, insinuandosi malizioso tra i seni, e solleticandola in maniera
deliziosa: chiude gli occhi e si abbandona ai suoi sogni proibiti.
E ben presto il desiderio l'assale nuovamente, ora non più controllabile,
obbligandola a non rimandare più a lungo quello che il suo corpo e
la sua mente le urlano di volere subito.
In un attimo lei si slaccia il reggiseno del costume, liberando i seni,
regalandoli ed esponendoli alla tenue carezza del vento: e poi anche
le mutandine vengono via, e lei resta nuda e desiderabile allo sguardo
penetrante del mare infinito.
Il sole bacia ardentemente ogni centimetro del suo splendido corpo
abbronzato, come neanche la bocca del più esperto amante saprebbe
fare.
Si sente eccitata di più ogni istante che passa.
E la sua stessa nudità, così erotica ed affascinante, solletica insistente
i suoi sensi tesi allo spasimo.
Allunga una mano e raccoglie nel palmo un pò di fresca acqua di mare,
versandosela, quindi, goccia a goccia, sul seno destro, sul capezzolo
così sensibilmente reattivo: il turgore è immediato, e brividi di intenso
piacere le risalgono per il corpo.
Un'altra manciata d'acqua salata, ed anche il capezzolo sinistro si
inturgidisce stupendamente: e allora lei prende quei due piccoli chiodi
tra le dita, pizzicandoli e stuzzicandoli, accendendo ancora di più
l'interruttore del suo segreto piacere.
Il mare, con il suo lieve sciabordio contro le rocce, continua ad
osservarla, quasi fosse intimidito, forse stordito, dalla sua dirompente
e provocante bellezza.
Le mani lasciano per un attimo i seni e le dita s'infilano tra i capelli,
ancora umidi per la nuotata, sbrogliandoli e rendendoli vaporosi,
fluenti, mentre il vento li agita e li scompiglia incessantemente.
E' in questi momenti che lei è cosciente della sua bellezza e del
suo fascino innato.
Si sente pronta, prontissima, ed il suo amante la sta attendendo
con sempre maggiore impazienza.
Lei si appoggia sui gomiti e scivola con il bacino lungo la piatta
pietra: i piedi toccano l'acqua, e poi sono le caviglie, i polpacci e
le ginocchia ad immergersi lentamente.
Ora le sue gambe sono lambite dall'acqua salata, e lei rabbrividisce
per quella fredda e suadente carezza.
Le onde s'insinuano tra le rocce ed arrivano a risalire lievi la pietra
sulla quale lei è sdraiata.
La carezza dell'acqua le risale magicamente le gambe, sfiorandola,
toccandola fuggevolmente, per poi ritrarsi in quell'eterno ed infinito
ritmo della risacca.
E lei resta così per lunghi minuti, godendo di quello sfiorare, di quel
lambire, di quel tenue accarezzare, gli occhi chiusi, il viso rivolto
verso il sole, unico testimone dell'esplosione della sua straordinaria
sensualità.
Il suo corpo le dice che il momento è arrivato.
Il suo amante la reclama, lusingandola e bagnandola con tenerezza.
Lei apre le gambe, spalancando ed offrendo il sesso, dischiuso come un
fiore, al morbido tocco dell'acqua di mare.
E le onde iniziano a stimolare la sua intimità, affondando e ritraendosi,
con un movimento costante ed incessante.
Le mani vanno ancora ai seni, ad accrescere le intense ondate di
piacere da cui ora è percorsa sempre più frequentemente.
Il mare l'accarezza, la bacia, bagnandole le grandi labbra, sfiorandole
il clitoride, avvolgendola in un mondo di passioni senza limiti.
Nessuno riuscirebbe ad essere più dolce e delicato, e lei consente
al mare di possederla, di diventare padrone della sua sensualità,
di leccare con la sua gigantesca e suadente lingua la morbida carne
della sua vagina.
Le onde si susseguono e l'orgasmo le sale impetuoso.
Strizzandosi i capezzoli, ora eretti spasmodicamente, lei aspetta
l'onda seguente, l'onda che la porterà finalmente in paradiso.
E quando arriva, trascinandola in un delirio erotico sconvolgente,
lei viene, gode, travolta da un'eccitazione così violenta da lasciarla
senza fiato.
Mentre il mare continua nel suo eterno movimento, lei giace,
esausta e soddisfatta, appagata come sempre dal suo meraviglioso
ed incredibile amante.
Le onde ora le ripuliscono il sesso, cancellando amorevolmente
le tracce dell'orgasmo, ed i tiepidi umori della sua eccitazione
si confondono con l'acqua salata, fredda e cristallina
Sery

lunedì 11 aprile 2011

papaveri

via volksrat
lo so lo so...
gia' lo sento Orazio: 
eh ke minkia.. sempre le stesse foto.. bla bla bla...

MA SECONDO VOI...
QUESTA FOTO..
NON MERITA ESSERE PUBBLICATA 1 TRIGLIARDO DI VOLTE???

:D


UPDATE dopo correzione:
kazzooooooooooooooooooooo....  non sono dei tulipani! sono dei papaveri! mi sbagghiai!!!
l'ho corretto... ma il titulo rimane uguale! hehehehe
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